Barbagallo: le radici della materia

di Rosario Pinto

"Fragmenta"è il titolo della mostra tuttora in svolgimento presso la galleria "Area Space 24" di Napoli, ove Antonio Barbagallo presenta una pregevolissima selezione della sua produzione creativa, giovandosi , nell'occasione, del contributo di Andrea della Rossa come curatore della esposizione e di Vittorio Saldutti per l'intervento critico, mentre l'allestimento è affidato a Livio Barbagallo.

Questa mostra consente di affacciarsi sull'opera di Antonio Barbagallo, pregevolissimo artista di complessa e accattivante cultura, una personalità dell'arte napoletana che, con discrezione e compostezza, va additando percorsi e soluzioni creative di assoluto spessore intellettuale.

Da sempre l'artista si misura con ciò che potremmo definire l'universo pragmatico della produzione "informale", riuscendo, però, a fornire la dimostrazione dell'evidente insufficienza denotativa del termine di "informale", dal momento che il suo lavoro fatica a rimanere perimetrato entro la gabbia di una proposta creativa che possa essere leggibile come mera proposta di un aniconismo affidato ad una gestualità eslege. L'intento di Barbagallo è, al contrario, quello di procedere ad una ri-costruzione analitica della prospettiva visiva, muovendo a scandagliare gli anfratti della materia da cui estrapolare le ragioni di senso che ne presiedono le manifestazioni sensorialmente rilevabili. Si comprende bene che, per tali motivi, la collocazione che spetta alla ricerca di Antonio Barbagallo è quella che definisce il gradiente epistemologico, all'interno del quale l'intervento dell'artista si manifesta nella sua più alta finalità maieutica, sfuggendo al rischio di poter apparire come un esercizio di natura meramente demiurgica.

La ricerca di senso trova, pertanto, in Barbagallo un attento indagatore delle cose e delle loro forme primordiali: ed in questa affannosa e diuturna ricerca il Nostro scopre che la forma, spesso, coincide con la "non-forma" che s'apparenta certamente all' "informale", ma ne diverge almeno per la vocazione di tipo "attuativo" e non esclusivamente "espressivo" del gesto che la presiede e governa.

E' la materia, insomma, ciò che prende consistenza e spessore nell'opera di Barbagallo: una materia che non è solo la bruta sostanza primordiale, ma la materia stessa di cui son fatti la nostra intelligenza ed un sapere solidificato nel tempo ed espresso nelle lettere fascinose di antichi alfabeti. La materia, insomma, nella sua consistenza più nobile e preziosa.

Da "Il Roma" del 21 Marzo 2013

 

 

Microcosmi e frammenti poetici di Barbagallo

di Daniela Ricci

La ciclicità della natura e la contraddizione del nostro tempo. Queste le tensioni che animano Antonio Barbagallo le cui opere sono in mostra alla galleria Area 24. Due temi cari all'artista, il naufragio - inteso non come evento fisico e tragico dell'inabissarsi senza scampo, ma come condizione dello spirito e della mente - e il frammento poetico, inteso come tracce scampate all'oblio, tasselli di un mosaico di potenza immaginifica. Intitolata "Fragmenta", curata da Andrea della Rossa, la personale si presenta come un viaggio tra i segni e e i simboli di antiche culture, tra micro e macro cosmi. Mescolando insieme tantissimi linguaggi e altrettanti materiali trovati Barbagallo, attivo sulla scena dell'arte contemporanea dalla fine degli anni Settanta sviluppando una sua personalissima ricerca astratto-informale, usa elementi vegetali nei suoi lavori, legni spiaggiati che rendono la superficie non più luogo di racconto,ma presenza, oggetto, materia tra le materie. L'oggetto rivendica così la propria identità attraverso un processo che celebra simbolicamente il ciclo naturale di nascita-morte-rinascita.

 

Da "Il Mattino" del 22 Marzo 2013

 

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